sabato 28 giugno 2014

Francis Scott Fitzgerald / Il grande Gatsby

E mentre la luna si levava più alta,

le inutili case cominciarono a confondersi gradualmente

finché non mi resi conto dell'antica isola
...
che spuntò davanti agli occhi dei marinai olandesi -

un seno verde e fresco del nuovo mondo.

I suoi alberi scomparsi,

gli alberi che avevano ceduto il posto alla casa di Gatsby,

avevano fatto da ruffiani bisbiglianti

all'ultimo e immane dei sogni umani;

per un attimo transitorio e incantato

l'uomo doveva aver trattenuto il respiro

alla presenza di questo continente,

costretto a un'estatica contemplazione che né capiva né desiderava,

faccia a faccia per l'ultima volta nella storia

con qualcosa commensurato alla sua capacità di meraviglia.

E mentre sedevo là a riflettere sul vecchio mondo sconosciuto,

pensai alla meraviglia di Gatsby

la prima volta che individuò la luce verde sul molo di Daisy.

Aveva fatto molta strada per arrivare a questo prato azzurro,

e il suo sogno gli doveva essere sembrato così vicino

da non potergli più sfuggire.

Non sapeva che l'aveva già alle spalle,

da qualche parte nella vasta oscurità oltre la città,

dove i campi bui della repubblica si stendevano nella notte.

Gatsby credeva nella luce verde,

al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi.

Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte,

allungheremo ancora di più le braccia... e una bella mattina...

Così remiamo, barche controcorrente,

risospinti senza sosta nel passato

[ Francis Scott Fitzgerald / Il grande Gatsby ]
Altro...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.