martedì 30 settembre 2014

Gabriele D’Annunzio, Trionfo della morte

Io ti domando: “A che pensi?”.
Tu mi rispondi:“A che pensi?”.
Io non so il tuo pensiero; tu non sai il mio.
Il distacco si fa sempre più profondo; diventa un abisso.
E il guardare in quell'abisso è un’angoscia così forte che, per una specie d’istinto cieco, io mi getto sul tuo corpo,ti stringo, ti soffoco, impaziente di possederti. ...
La voluttà è alta, come non mai.

Ma quale voluttà può compensare l’immensa tristezza che sopraggiunge?
Gabriele D’Annunzio, Trionfo della morte

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.