martedì 22 luglio 2014

Roberto Saviano - La morte di un bambino...

 
La morte di un bambino – in questo caso non si tratta di uno solo ma di decine – è un punto di non ritorno.
Davanti alla morte di bambini, ogni ragionamento si ferma. Ogni ragione perde senso. Ogni azione non è più azione, ma scempio e crimine. Non è più possibile approfondire, sforzarsi di capire le ragioni.
Come non comprendere che queste morti a Gaza rendono impossibile qualsiasi forma di futuro? Sia per Israele, sia per la costruzione di uno Stato democratico palestinese. La morte di un bambino è strame di futuro. Non è un dolore sanabile. Distrugge e avvelena ogni giorno a venire. Non bastano le giustificazioni militari. Ogni bambino che muore sotto le bombe israeliane, distrugge la possibilità di pace, unica possibilità vera, per due popoli che vivranno vicini per sempre.
Assurdo osservare come il mondo ancora permetta questa guerra.
Sono consapevole che le mie parole a nulla serviranno, che neanche verranno prese in considerazione. Ma non è una buona ragione per tacere. Il desiderio di pace non bisogna lasciarlo morire. È molto più facile in queste ore odiare, provare risentimento. È molto più facile credere che interessarsi voglia dire appoggiare il contrasto. Bisogna invece trovare la forza di essere semplici e di dire l'unica cosa che davvero abbia senso, di urlarla: basta, basta, basta!!!
Ho accanto a me come sempre libri che mi aiutano a capire, nei quali cerco risposte che la quotidianità non sembra riuscire a darmi.
"Vittime" di Benny Morris spiega quello che sta accadendo in queste ore. Solo e soprattutto vittime. Non la politica, non la strategia dei miliziani, dell'esercito, dei falchi israeliani e dei fondamentalisti islamici. Ma la popolazione: vittima di un conflitto assurdo sul quale premono interessi vicini e lontani, di un conflitto che sembra non avere senso ma del quale continuiamo a essere indignati testimoni.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.